Le criticità di 'Progetto Corona'
“Mi ha messo in mezzo al mercato a c*zzo”. Le testimonianze di chi ha investito sul trading online affidandosi ai "segnali" del re dei paparazzi
Il 15 gennaio Fabrizio Corona ha lanciato un misterioso progetto grazie al quale poter guadagnare un’entrata extra “garantita”. Poco accade finché la pubblicità del cosiddetto “Progetto Corona” non appare in apertura dei due video, da milioni e milioni di visualizzazioni, targati Falsissimo e pubblicati tra il 27 gennaio e il 10 febbraio, che fanno schizzare il numero di iscritti.
Forse c’è qualcosa che non va, nel nuovo progetto di Corona, ma sicuramente due settimane non sono sufficienti per farsi un’idea precisa. Venerdì scorso, invece, su Fanpage compare un articolo nel quale si legge che Telegram ha deciso di bollare come “truffa” il canale collegato all’attività di trading online pubblicizzata da Corona e che il broker di riferimento è registrato nell’isola di Anguilla. Questo significa che la società di brokeraggio non è regolata da alcuna autorità governativa e quindi non è da considerarsi affidabile, non rispondendo a determinati criteri di trasparenza e protezione degli investitori, ma non significa che sia illegale. Pensare poi che l’ammonimento di un’app di messaggistica, per lo più conosciuta per essere una grandissima fogna a cielo aperto, possa avere un qualsiasi valore, possa cioè raccontarci qualcosa sulla natura di Progetto Corona, è molto ingenuo.
I problemi esistono ma sono altri. In base alla testimonianza di alcuni investitori: una volta approvata dagli amministratori l’iscrizione al canale Telegram, che fino a qualche giorno fa contava circa 30.000 iscritti, si deve essere ammessi all’interno di un gruppo denominato ‘Corona Vip’ del quale fanno parte, ad oggi, circa 800 account: “Ciao, benvenuto nel progetto di Fabrizio Corona! Per unirti al team e partecipare alle challenge dove ti porteremo a €4.000 in 30 giorni devi avere almeno 18 anni e avere almeno €300 da investire. Il servizio è gratuito e non ti servirà nessuna esperienza, ti guideremo noi in tutto. Se hai i due requisiti menzionati possiamo iniziare con la challenge oggi!”.
Primo problema: viene garantita un’entrata importante in un tempo breve mentre il trading non porta a un rapido profitto né, in media, a un profitto che sia superiore al 20-30% annuo rispetto all’investimento iniziale. Secondo problema: la parola challenge, cioè sfida, perché pericolosamente associa il trading al gioco d’azzardo, come non si trattasse di una professione ma di un’alternativa al Lotto o al Totocalcio, con il “rischio compulsivo” ad essi collegato. Terzo problema: la mancanza di esperienza, che in questo ambito non è invece ammessa. Di più: nel trading l’esperienza necessaria non riguarda solo competenze tecniche, come la capacità di analisi in campo finanziario, ma anche una certa centratura mentale e una certa consapevolezza emotiva perché occorre saper gestire, pure da un punto di vista psicologico, sia i guadagni che le perdite, ché possono essere entrambi molto ingenti.
Una volta presentati tutti i documenti e aver scaricato l’app MetaTrader, l’utente riceve queste indicazioni:
“Perfetto, il primo step è la creazione del tuo account Trading sulla piattaforma che utilizzeremo per fare tutti i nostri investimenti e dove potrai depositare il tuo capitale iniziale. Clicca questo link per registrarti sulla piattaforma. Durante la registrazione dovrai selezionare:
Tipo di conto: classic
Categorie bonus: sharing
Valuta base: EUR
Leva: 1:500
Quando il tuo account è stato confermato mandaci uno screenshot della Dashboard cortesemente”.
A questo punto ci si accorge che la cifra depositata è raddoppiata: si tratta di un bonus concesso dal broker, che tuttavia non è prelevabile e può essere speso solo sulla stessa piattaforma. La circostanza in ogni caso sviluppa nel cliente, soprattutto se alle prime armi, la percezione di aver già moltiplicato il proprio investimento prima ancora di aver effettuato una sola operazione. Si deve quindi aspettare una comunicazione da parte di un fantomatico “team dedicato ai tutorial che ti guiderà e spiegherà come aprire la tua prima trade”.
Qui si apre la fase più critica e problematica da un punto di vista legale perché a tutti gli utenti, a prescindere dalla cifra in deposito, viene richiesto di “aprire 2 lotti, cliccare su ‘Sell’ e inviare uno screenshot della posizione aperta”. Subito dopo aver effettuato queste tre azioni: “Chiudi operazione ora!”.
Un investitore non esperto, come quelli ai quali Progetto Corona si rivolge, esegue meccanicamente l’operazione senza avere la minima contezza di essere entrato a tutti gli effetti nel mercato e di averlo fatto in maniera del tutto casuale, cioè imprudente. Infatti tutte le testimonianze che ho raccolto relative a questa prima operazione, descritta come imprescindibile da parte del team, parlano di una perdita, registrata nell’arco di pochi secondi o minuti, che va dai 46 ai 120 euro.
Tutti si ritrovano di punto in bianco un segno meno sul conto ma il “bonus” ricevuto fa da deterrente: si pensa ok, ho registrato una perdita ma la cifra che ho investito è comunque ancora intatta. In più gli operatori spiegano che questa prima disastrosa operazione ha solo una funzione tutoriale: serve solo a insegnarti a utilizzare la piattaforma. Ma una conversazione, avvenuta con un ragazzo già esperto che è entrato in Progetto Corona solo per documentare come funziona, dimostra invece che lo scopo reale non può essere quello dichiarato:
Ci siamo qui noi, a evitare che tu perda capitale, ma il cliente, che era giustamente reticente ed è stato comunque convinto a proseguire, perde nel giro di un minuto di orologio 46 euro, su 300 che ne aveva depositati. Il suo commento in diretta: “Mi ha messo in mezzo al mercato a c*zzo, sto in bilico, questi sono pazzi”.
Si è quindi facilmente portati a credere che quelli che vengono spacciati per tutorial siano in realtà operazioni che consentono a Progetto Corona di sbloccare la CPA (che sta per Costo per utente attivato - acronimo, in inglese, di Costo Per Azione o Costo Per Acquisizione), cioè la commissione che il broker paga per ogni nuovo deposito. La sensazione tuttavia è che in questo caso non sia sufficiente, per ottenere la CPA, il solo deposito ma che si debbano anche aprire almeno due lotti. Non si spiegherebbe, altrimenti, perché mai non dovrebbe essere sufficiente un solo lotto ma proprio due, nonostante evidentemente ciò complichi la gestione del rischio rispetto a uno.
Come se non bastasse, a giudicare dalla sfrontatezza con la quale si buttano in mare aperto degli esordienti sprovveduti (per i quali, tuttavia, saranno sufficienti “solo 5 minuti di tutorial via chat”), molti sollevano il dubbio che il broker di Progetto Corona possa guadagnare dalle perdite dei clienti di Corona, più che dai loro profitti. E’ facile pensare, insomma, che il loro broker possa “giocare” contro, circostanza non assurda in ambito trading. Si succedono infatti testimonianze di chiusure in Stop Loss, e praticamente nessuna in Take Profit (questi sono i due margini, basso e alto - diciamo i due punti di uscita, a seconda che il mercato si muova in modo sfavorevole o favorevole - che si impostano, su indicazione della chat Corona Vip, nel momento in cui si assume una posizione sul mercato). E ancora, ad accendere un riflettore su questa tesi, il fatto che le perdite registrate da diversi clienti siano con regolarità incomparabilmente più alte rispetto ai profitti.
Ad esempio, cliente 1: -120, 53€ / +12,78€ / -94, 45€.
Oppure, cliente 2: -80,5€ / -5,81€ / -162,63€ / +13,39€.
Per molti versi alcuni screenshot pubblicati dallo stesso Corona sul suo canale Instagram in risposta, critica, all’articolo pubblicato da Fanpage confermano questo divario: i suoi screenshot presentano praticamente solo profitti (e quindi per il calcolo delle probabilità non sembrano rappresentativi della media generale) ma soprattutto su 36 operazioni totali (suddivise in 4 conti diversi) solo 1 profitto (da 211,73€) supera le perdite massime di Cliente 1 (-120, 53€) e Cliente 2 (-162,63€) mentre le altre 35 operazioni hanno portato a guadagni inferiori o estremamente inferiori (da +0,23€ a +101,75€ - ma la grande maggioranza - 31 operazioni - registra profitti inferiori ai 50€). Per chi si è perso, tra tutti questi numeri, il dato di fondo è che affidandosi ai cosiddetti segnali (indicatori o avvisi che suggeriscono quando acquistare o vendere un asset finanziario) di Progetto Corona: quando si guadagna, si guadagna infinitamente meno rispetto alle cifre che vengono perse. Perciò la promessa del raggiungimento di 4.000 euro di profitti in 30 giorni appare abbastanza lunare.
Ennesima criticità: solo dopo aver effettuato questa operazione - ripeto: totalmente priva di senso per l’investitore e dichiaratamente manchevole, da parte dell’analista in “sala segnali”, di una strategia definita (“è solo una prova”) - inizia a comparire il disclaimer secondo cui: “Questo NON è un consiglio finanziario, è la mia opinione personale, assicurati di usare una corretta gestione del rischio”; cui segue: “Aprite piccoli lotti, non esagerate!”. Ma a quel punto l’utente ha con tutta probabilità già registrato una perdita, aprendo due lotti in maniera azzardata, su loro indicazione.
Sullo sfondo c’è tale FXCess, una società che fa capo alla Notesco Int Limited, registrata in un paradiso fiscale dei Caraibi: quindi già solo effettuando il deposito, i clienti di Progetto Corona si espongono a un potenziale rischio, rivolgendosi a un broker non regolamentato e quindi, di base, da considerarsi non affidabile.
Ma c’è un problema molto più serio che riguarda la comunicazione, che secondo diversi utenti sarebbe estremamente fuorviante, se non ingannevole. Testimonia ad esempio una ragazza che ha perso poco più di 300 euro in un giorno, cioè tutto il suo capitale: “I profitti non sono mai stati quelli mandati sul gruppo, i profitti sono di pochi euro, per la mia esperienza 5 euro, molte volte mi hanno avvisata di chiudere la posizione perché era tutto in perdita ma il giorno dopo mandavano messaggi sul gruppo del tipo ‘abbiamo spaccato’, con risultati non veritieri. Mi sento una stupida ad aver creduto a tutto questo, era la mia prima esperienza in questo settore e non immaginavo tutto questo”.
La settimana scorsa David Parenzo ha invitato a L’Aria Che Tira Wanna Marchi e Stefania Nobile per parlare della truffa ai danni di Massimo Moratti (che ha coinvolto, senza però andare a segno, anche altri grandi imprenditori italiani) escogitata dalla banda che si spacciava per il ministro della difesa Crosetto. Marchi e Nobile esprimevano pareri che definirei moralizzanti nei confronti dei truffatori e la loro posizione potrebbe essere riassunta così: questi sì, che sono dei veri delinquenti, mica come noi; con le nuove tecnologie sì, che si possono mettere in atto raggiri, mica con i mezzi che avevamo a disposizione noi; il fatto che un personaggio avveduto come Moratti sia caduto nel tranello dimostra che è falso dire che chi truffa approfitta di stati di debolezza o fragilità delle proprie vittime, come invece si è sostenuto contro di noi. A nessuno in studio queste dichiarazioni sono parse surreali, a parte che alla giornalista Valentina Petrini che ha rifiutato di confrontarsi sul tema, in questi termini, con Marchi e Nobile, le quali quindi, indispettite, hanno abbandonato il collegamento. Riporto la vicenda perché noi dobbiamo fare i conti col fatto che siamo questo paese qui: “i co*lioni vanno incu*ati” è uno slogan becero che tuttavia diverte - nel migliore dei casi, perché nel peggiore viene proprio considerato condivisibile.
Il partito di Fabrizio Corona
In attesa dell’ennesimo show di Fabrizio Corona, ho provato a contattare alcuni utenti che avevano commentato il popolarissimo episodio 4 del suo format YouTube - Falsissimo - per cercare di capire che tempo che fa. Far finta che non piova non serve infatti a far smettere di piovere. E non penso sia una buona idea ignorare quei quattro milioni di person…
Il pubblico di Fabrizio Corona
Lunedì 27 gennaio, alle ore 21, Fabrizio Corona lancia il quarto episodio di Falsissimo, il suo format YouTube, intitolato “Il vero amore di Fedez”. Forse è a commento del circo mediatico che si scatena attorno alla diffusione di questo video che Sabrina Ferilli farà propria, qualche giorno dopo su Instagram, una citazione che fa così: “Ormai quando ved…