Scacchi e Tarocchi
Il mercato dell'esoterismo registra una crescita esponenziale che la tv non sa raccontare
Dall’inizio dell’anno a oggi ho visto Tarocchi ovunque, in tv. Ma il modo in cui se ne parla è esclusivamente binario: radicale oppure assurdo.
Nella serie tv Netflix che racconta il secondo tempo della sua vita, iniziato dopo la rottura con Francesco Totti, Ilary Blasi e un’amica vanno a farsi leggere le carte a casa di un tizio che si direbbe un mago di professione. Ilary è molto divertita, l’amica invece è terrorizzata. La scena è complessivamente leggera ma il fatto che l’accompagnatrice sia così sulle spine è emblematico di come personaggi poco onesti possano sfruttare l’esoterismo per agganciare le proprie vittime.
La paura che la donna esprime ci dice che le aspettative riposte nel consulto sono fuori scala (totalmente irrazionali). La coscienza di sé è talmente scarsa che si arriva a pensare che estrarre una carta al posto di un’altra possa cambiare il corso della propria quotidianità e non offrire, eventualmente, uno strumento per indirizzarla al meglio.
Quello che si presenta come un professionista non rassicura la consultante ma gioca con la sua ansia anche quando viene estratta La Torre, che è di sicuro la carta più problematica dell’intero mazzo visto che idealmente rappresenta un crollo traumatico che non può essere evitato anche se la tentazione sarebbe quella di fuggire. Il responso fornito dal veggente dice che un certo viaggio, che le due dovranno affrontare a breve, sarà un disastro o per la precisione “sarà un terremoto”. Ma è più probabile che quella Torre descriva l’energia presente dell’amica di Ilary, che in quella situazione appare molto a disagio.
Infatti, di lì a pochi giorni, si verificherà un semplice ritardo nella partenza ma niente di rilevante. Anche se una previsione così negativa può influenzare molto negativamente l’attesa. Prospettare semplicemente il peggio (invece di spiegare che ciò che una Torre fa crollare non ti è davvero utile e quindi la perdita che potresti subire sarà in realtà una liberazione) non garantisce che le cose andranno davvero male. Ma di sicuro il cliente vivrà molto male i giorni che lo separano dalla catastrofe che gli è stata profetizzata. In altre parole: l’attesa della Torre rischia di essere essa stessa una Torre.
Questo episodio, che comunque è inserito all’interno di una sceneggiatura e quindi è da interpretare con cautela senza caricarlo di eccessivo valore, può essere utilizzato per spiegare una caratteristica delle cosiddette arti divinatorie: sono armi a doppio taglio.
Assomigliano a un coltello, che può servire per affettare del pane oppure può essere usato per uccidere qualcuno. E’ lo stesso identico strumento, ma in un caso se ne fa un uso innocuo, nel secondo un uso molto dannoso. I Tarocchi sono come un coltello da cucina: tutto dipende dall’uso che si decide di farne. Sarebbero nati per aiutare le persone a compiere dei percorsi di maggiore consapevolezza, utilizzando come guida degli archetipi universali, ma possono trasformarsi in presagi terrificanti che non ti aiutano affatto a riconoscere il tuo potere personale ma ti spingono ad affidarti ciecamente a un destino che sembrerebbe già scritto (ma allora cosa viviamo a fare?, perché in ultimo, anche nelle situazioni più disperate, ci resta sempre una possibilità di scelta?) oppure a un santone che ti fa credere di conoscerti meglio di quanto tu possa conoscere te stesso.
All’estremo opposto i Tarocchi vengono considerati solo uno scherzo. Ad esempio, nella puntata di presentazione della nuova stagione di Pechino Express, Costantino Della Gherardesca veste i panni di un Gran Visir e presenta ogni coppia in gara assegnando a ciascuna “una carta dei Tarocchi”. In realtà non si tratta di Arcani tradizionali ma di rivisitazioni goliardiche che tendono a sbeffeggiare tanto i cartomanti quanto i loro clienti.
Intendiamoci: si può sorridere dei Tarocchi, e sicuramente il reality condotto da Costantino è un luogo ideale per farlo. Ma manca completamente una via di mezzo, che sarebbe poi quella maestra: o ci si crede follemente o non ci si crede affatto, in nessuno dei due casi sembra però esserci alla base una conoscenza adeguata (e si sa che gli estremi poi finiscono per toccarsi perciò si rischia di fidarsi, o di ridere, di uno stesso nulla). Chi se ne frega, si potrebbe ribattere. Ma il problema si pone, e io credo vada affrontato, perché negli ultimi anni il mercato esoterico ha registrato una crescita esponenziale.
A gennaio Repubblica faceva i conti: 12 milioni di italiani si rivolgono a maghi o cartomanti; la spesa media annua è di 500 euro testa; il 90% dei consulti avviene online. Il giro d’affari è valutato in 6 miliardi, di cui 5,5 provengono da colloqui telefonici o via web (rispetto ai quali è facile prevedere, anche senza la sfera di cristallo, un sommerso di dimensioni ancora maggiori); 7 clienti su 10 sono donne; il 51% dei clienti ha un’età compresa tra i 19 e i 60 anni.
Lombardia, Campania e Lazio sono le tre regioni italiane in cui si registra il più alto numero sia di veggenti che di clienti. Più nel dettaglio: in Lombardia avrebbero chiesto un consulto in 180.000 e la spesa complessiva si aggirerebbe intorno ai 90 milioni di euro; in Campania si conterebbero 150.000 clienti, per 80 milioni di spesa; nel Lazio 140.000, e una spesa di 75 milioni.
Si tratta di cifre molto importanti e di un fenomeno molto esteso che non possono essere liquidati con superficialità (se non si vuole cadere dalla padella alla brace, dalla creduloneria alla faciloneria, che forse sono sinonimi).
Il fatto che non esista un racconto mediatico equilibrato - potrei dire colto - su questo tema lascia campo completamente aperto ai disonesti. Lo stigma, o la derisione, nei confronti dei milioni di clienti che annualmente usufruiscono di questo tipo di servizi fa sì che le persone si rivolgano alla cieca, e di nascosto, a persone poco raccomandabili, non che smettano di farlo. Il fatto che non se ne possa parlare apertamente - con serietà ma senza moralismi - fa sì che quelli che si professano detentori di poteri sovrumani possano alimentare il loro mito. La confusione che si fa tra numeri, oroscopi e carte, fa il gioco di chi fattura migliaia di euro sfruttando l’ingenuità di persone poco preparate. Anche l’iper razionalismo, che esclude dagli ambiti della ricerca umana la spiritualità e il mistero, è una forma di fanatismo.
In realtà la lettura dei Tarocchi è alla portata di chiunque e i Tarocchi sono elementi della cultura occidentale dei quali bisognerebbe riappropriarsi, invece di lasciarli in balìa dell’occulto, perché sono utili per capire le dinamiche umane e migliorarle nel presente, non per prevedere un futuro che con tutta evidenza non c’è modo di anticipare (altrimenti mi pare ovvio che non avrebbe più senso alzarsi dal letto la mattina). Nelle carte dei Tarocchi sono rappresentati solo uomini e donne in situazioni terrene, non c’è niente di propriamente divino o magico. Si può chiedere a qualcuno di tirare una carta al posto tuo come si può chiedere a qualcuno un consiglio. In entrambi i casi si può ricavare una suggestione, un’idea, un’ispirazione, una carezza. Ma il consultante è l’unico vero interprete del messaggio contenuto in quei disegni - i Tarocchi questo sono, in definitiva: dei disegni - perché nessuno, davvero nessuno, può sapere meglio di lui cosa vogliono dirgli.