Pasta Podcast
Maria Rosaria Boccia e Rita De Crescenzo non sono il prodotto peggiore di questa epoca
Il mondo dei video podcast dovrà vedersela a breve (“pian piano, a momenti, ci siamo quasi”) con due nuove contendenti che, presumo, sfasceranno tutte le classifiche. Maria Rosaria Boccia e Rita De Crescenzo lo avevano promesso ai primi di marzo: “Seguiteci perché prossimamente racconteremo tutto il sistema comunicativo italiano”. Vaste programme. Ma all’epoca nessuno poteva sospettare quanto, ma quanto, potesse essere vasto, il loro programma. L’unica certezza era: “Non è nu fake”. E infatti “Pasta” si occuperà di tutto lo scibile umano e la prima puntata uscirà ad aprile.
Sui social il progetto viene presentato così: “Ideato da Maria Rosaria Boccia con un’ospite fisso in studio: Rita De Crescenzo, nota TikToker napoletana, per trasformare e divulgare i messaggi dei partecipanti facendoli diventare virali e permettendo al suo pubblico di avvicinarsi a realtà mai esplorate”.
Seguono nove punti, definiti “rubriche”, che sarebbe ingeneroso riassumere e non citare per intero. Trattandosi, in qualche modo, di un capolavoro di arte contemporanea:
“1. Quanto è bello essere Napoletani. Napoli: la città del sole, del mare, ma anche della cultura, delle tradizioni, dell’amore! Storie di imprenditori e professionisti; 2. Politica. La politica in continuo mutamento! Analisi, dibattiti e approfondimenti sulla comunicazione dei politici italiani. Come possiamo comunicare quanto è impostante “andare a votare”, perché si deve votare e con quale criterio scegliere il candidato; 3. Comunicazione. Valide strategie di comunicazione raccontate dai più grandi comunicatori/imprenditori italiani; 4. Medicina Estetica. Bellezza e trattamenti di medicina estetica per mantenerla nel tempo. Le risposte e i consigli dei più importanti esperti del settore per valorizzare al meglio la bellezza ad ogni età, grazie alla medicina estetica; 5. Musica. Non solo rap o trap diamo spazio a tutti i generi!; 6. Cultura. L’anello di congiunzione tra cultura ed espressione è la peculiarità di due patrimoni intellettuali del paese; 7. Dieta Mediterranea. Uno stile di vita, che è patrimonio culturale dell’umanità!; 8. Libri. Per chi ama leggere e ha sempre bisogno di nuovi consigli; 9. Storie. Dedicato alle storie di vita privata e professionale di personaggi tra cui artisti, scrittori, cantanti, sportivi”.
Il mio primo pensiero è stato: mi abbono immediatamente.
Il mio secondo pensiero è stato: se queste sono solo delle rubriche significa che all’interno di ogni singola puntata del podcast ci sarà un piccolo spazio dedicato a ognuno di questi temi? Bisognerà quindi ritagliarsi quelle trentasei ore per episodio, mettersi in ferie, prendere appunti?
Il mio terzo pensiero è stato: ma no, sciocchina, è solo analfabetismo di ritorno, rubrica è solo una parola utilizzata a casaccio, un modo di dire, un gergo - come articolo per descrivere due slide su Instagram, come hater per riferirsi a qualcuno che esprima un’opinione non catalogabile nella scala dei lovers, che va da “bravissimo” a “bravissimo”.
Il mio quarto pensiero è stato: “Pasta” è un titolo geniale, perché, perché, perché non ci ho pensato io? Perché, perché, perché, oh signore, mi hai fatto questo? Perché, perché, perché, Maria Rosaria Boccia, di grazia, lo hai scelto senza nessun apparente motivo? “Pasta è un piatto semplice di cui non puoi fare a meno, così come del mio podcast”. Puoi dirlo forte.
Mi è tutto chiaro: Napoli, la politica, la comunicazione, la medicina estetica, la musica, la dieta, i libri, le storie. Ma il punto 6 rimane per me un assoluto (sintomatico) mistero: “L’anello di congiunzione tra cultura ed espressione è la peculiarità di due patrimoni intellettuali del paese”. Chi? Cosa? Dove? Quando?
Come è potuto accadere che gente incapace di esprimere concetti di senso compiuto, che i laureati in Baci Perugina, che i dodicenni, siano diventati degli esperti, delle guide, degli intelligenti, con un seguito immenso?
E non parlo certo di Boccia e De Crescenzo.
Che non sono, di sicuro, il prodotto peggiore di questa epoca. Ma anzi.
Basti pensare che mentre quelli bravi, quelli che piacciono alla gente che piace, quelli che se la cantano e se la piangono, passano le loro giornate a spiegarci che siamo vittime di un Fantasma Formaggino al quale non possiamo sottrarci, le due napoletane per prima cosa dicono: “andate a votare”. Molto meglio di: metti un cuoricino, se vuoi fermare il massacro a Gaza. Molto più concreto, molto meno “povera me”.
Il primo post di lancio di “Pasta” è dedicato infatti all’astensionismo. Scrive Boccia, come può: “L’obiettivo è quello di raggiungere un’omogenea platea di pubblico da avvicinare a un tema tanto nobile quanto fondamentale come la politica. E’ troppa la sfiducia che nutre il popolo nei confronti delle stessa e dei suoi interpreti. La sfida è riuscire, attraverso la semplicità, ad essere un megafono per far comprendere come la politica sia di tutti e di quanto sia fondamentale che il politico si confronti con i cittadini in maniera semplice, senza eccessivi formalismi, in modo da ricucire il rapporto fiduciario che l’astensionismo al voto sembra aver fatto sparire”.
Lo so, per due volte in così poche righe, si esalta il semplicismo come fosse un valore, ma d’altronde di recente ho letto una serie di recensioni che vertevano tutte su uno stesso punto: “questo saggio è semplice da leggere”. Sia mai, lettori miei, che possiate affaticarvi troppo: non temete, questo libro non morde. Voglio dire: la gente con 3 follower, che non sa nemmeno scrivere per intero il proprio nome, che non parla l’italiano, la portiamo in tribunale; quelli con 250.000 follower, con tre phd in bio, che scrivono sui giornali, hanno diritto a tutte le rassicurazioni e giustificazioni del mondo. Se proprio devo scegliere, è ovvio che io faccia il tifo per i primi.
Si può sicuramente discutere delle ambizioni politiche di Boccia e De Crescenzo, di un atteggiamento perlomeno istrionico. E si può biasimare certa mia leggerezza nel candidare “Pasta” a podcast dell’anno. Ma rimane questa consapevolezza sull’importanza dell'azione politica, che altrove sembra essere del tutto scomparsa. Soprattutto da quando gli scemi con una laurea si sono convinti che un’interrogazione parlamentare abbia forza di legge (ogni volta che un parlamentare di serie c raccatta follower interrogando il Governo su una storia Instagram, pare la presa della Bastiglia: io aspetterei almeno di capire se qualcuno si degnerà di rispondere e in che termini).
Credo che questo concetto, così elementare - “andate a votare” - sia lo spot pubblicitario più sovversivo prodotto da un influencer da molto tempo a questa parte.