Quando ho letto un articolo intitolato “LOL, un programma che non fa ridere, neanche per sbaglio”, firmato da Aldo Grasso, ho pensato che fosse il caso di vedere questa edizione perché molto probabilmente l’avrei trovata divertente.
Il problema della comicità è che non ha mezze misure: o la ami perdutamente o ti fa schifo ma non c’è niente che possa farti ridere solo un po’. E a questo metro non si può applicare nessun criterio scientifico: ad alcuni Brignano piace e ad altri no, alcuni amano Benigni e altri no, alcuni capiscono Zalone e altri proprio no.
Senza un motivo preciso, e senza che si possa stabilire una volta per tutte che i primi abbiano ragione e gli altri torto.
Ad esempio io non so dire perché mi faccia così ridere l’immagine di copertina di un video pubblicato da Fanpage in cui da una parte c’è il direttore Francesco Cancellato che impugna un cellulare e sulla sinistra una didascalia: “CI HANNO”, scritto, oltre che in maiuscolo, in grande. Subito sotto: “spiato”, scritto molto più piccolo. Ovviamente si parla del caso Paragon, di per sé grave. Ma per me risulta comunque molto comica la dimensione, che sarebbe una sottolineatura a livello visivo, di quel “ci hanno”, a discapito di “spiato”. Tecnicamente: “ci hanno” sarebbe la notizia. E la notizia vera un semplice approfondimento, un sommario, un orpello. E allora come si fa a non scompisciarsi all’idea che qualcuno possa considerare questo tipo di giornalismo scomodo per il potere politico? Solo altri comici dello stesso livello, come alcuni tizi di Fratelli d’Italia, possono sentirsene minacciati.
Altri elementi di forte comicità, simili a questo, li ritrovo spesso nell’applicazione di Super Guida Tv, nell’area dedicata alla programmazione (non ridete, di questa mia frivolezza: quando all’Unità qualcuno ebbe l’idea di eliminare la pagina della guida ai programmi televisivi, perché considerata ormai superata e inutile, in redazione arrivarono così tante lamentele da parte dei lettori che in redazione si videro costretti a tornare sui propri passi). Ebbene, su Super Guida Tv non è raro che le immagini non corrispondano al titolo in programma: per esempio, per settimane “Una giornata particolare”, il programma di approfondimento culturale condotto da Aldo Cazzullo, era associato alla locandina del film di Ettore Scola, che stando alla Guida veniva mandato in onda da Urbano Cairo almeno una volta a settimana. Oppure: una puntata di Presadiretta intitolata “Rinnovabili, indietro tutta”, accompagnata da un’immagine di Nino Frassica, Renzo Arbore e tutta la comitiva di Quelli della Notte. E’ esilarante, per me, pensare a Cacao Meravigliao come sigla del programma d’inchiesta di Riccardo Iacona o al Mago Forest come inviato. Ma c’è almeno un briciolo di logica in questa idiozia, mentre lo scorso giugno si era toccata una vetta di non-senso rispetto alla quale il signor Valerio Lundini potrà solo arrossire: “Euro 2024: Italia - Albania”. Accompagnato da un’immagine di: Michele Santoro.
Non credo, tuttavia, che esista niente di più comico, per me, della rubrica di fact-checking di David Puente: “L’Unione europea non vuole vietare ai bambini di giocare con i vecchi giocattoli”; “I Simpson non hanno predetto la morte di Papa Francesco nel 2025”; “La portavoce della Casa Bianca non ha mai detto che Gesù «se la cavava benissimo» senza elettricità”; “Incendi Los Angeles, i vigili del fuoco non hanno usato borse da donna”; “I Simpson non hanno predetto gli incendi di Los Angeles”; “La bufala del nuovo codice della strada che vi multa se camminate ubriachi”; “Il “mistero” dei biscotti Oreo resistenti al fuoco”; “La falsa moneta da 7 euro: si tratta di un fotomontaggio”; “La rissa «compilazione amichevole del CID» non è avvenuta a Roma”; “Joe Biden non ha tentato di «sedersi su una sedia inesistente»”.
Mi diverte oltremodo pensare che qualcuno pensi che ai vigili del fuoco vengano date in dotazione delle borsette da signora per spegnere gli incendi; che qualcuno possa andare in banca a chiedere di prelevare lo stipendio solo in tagli da 7 euro; che qualcuno creda alle sedie inesistenti; che la gente consideri i Simpson una fonte affidabile. Anche se la mia stagione preferita del debunking di Open è stata quella dei titoli Rottermeier:
“No! Queste confezioni di spaghetti Barilla non contengono farina di insetti”; “No! Chiara Ferragni non prendeva il reddito di cittadinanza dal 2018”; “No! L’offerta del menu a 3 euro del McDonald’s non riguarda della fantomatica carne scaduta”; “No! Il giornalista Slade Sohmer non è il debunker del Pizzagate”; “No! Questo non è un finto morto palestinese che chatta con il cellulare”; “No! Questo ponte non sta cadendo a pezzi”; “No! Questo video non promuove il sesso tra madre e figlio”; “No! Il Gabibbo non era presente ai funerali di Silvio Berlusconi in Duomo a Milano”.
Che ansia, ragazzi. E che sketch divertentissimo: Puente vestito da Gabibbo che ti insegue gridando: “No!, No!, No!”. Mi sembra chiaro che la mia comicità preferita sia quella inconsapevole dei molto seri, mentre i simpatici che cercano di farmi ridere non fanno un grande affare, in genere, con me.
Questa nuova edizione di LOL è andata esattamente così: che Aldo Grasso aveva ragione. Che quelli che si impegnavano a portare in scena gag divertenti producevano tristezza. E che quelli che non si impegnavano affatto colpivano nel segno.
In questo senso Geppi Cucciari e Enrico Brignano sono (in ogni caso) i vincitori di LOL 2025: non perché siano stati particolarmente brillanti ma perché hanno trascorso sei ore a chiedersi: dove diavolo sono finito? Era insomma molto facile riconoscersi nella loro evidente disperazione (per essere circondati da una manica di incapaci).
Allo stesso modo Pintus e Siani, i due presentatori, sono promossi perché non sono mai riusciti a nascondere il loro imbarazzo.
Forse il problema principale del format è che l’Italia è un paese talmente ridicolo e surreale che ormai siamo assuefatti alle risate. Lo spettacolo, dalle nostre parti, è permanente; la realtà è più buffa di qualsiasi sceneggiatura.